Diventare artista

La storia di Sadja Fati


Prima di andare a letto penso: domani cosa devo fare? Come devo lavorare domani? Cosa devo fare di positivo? Su internet la sera guardo sempre qualche gioielleria, qualche laboratorio, queste cose così il giorno dopo quando vado al lavoro ne parlo con gli altri per imparare cose nuove e fare cose che non abbiamo fatto. Questo è il mio primo pensiero la mattina quando mi sveglio

Sadja Fati

Sono Sadja, ho 27 anni, vengo dalla Guinea Bissau, sto diventando artista”. Ha lo sguardo fiero Saja Fatì quando inizia a raccontare la sua storia. Sadja è partito otto anni fa dalla Guinea Bissau diretto in Italia. Per arrivare nel nostro paese, Sadja ha attraversato diversi paesi, il deserto, prima di finire in Libia. Dopo due mesi di prigionia, è riuscito a imbarcarsi per l’Italia. Nel 2015 finisce in un centro di accoglienza in Campania. In quegli anni inizia a lavorare nei campi in Basilicata insieme ad altri 20 migranti. Dormono tutti insieme in un capannone sporco, lavorano duramente senza essere pagati.

Allora Sadja decide di tornare a Napoli. Si iscrive a un corso di italiano, conosce un’insegnante, Carmela, che darà una svolta alla sua vita. Carmela gli fa conoscere l’associazione “Samb e Diop APS” e, mentre continua a lavorare nei mercanti ambulanti e nei cantieri edili per potersi sostenere, Sadja inizia a frequentare l'”Officina Sociale Avventura di Latta”, un laboratorio di lavorazione del metallo artistico nato nel 2013 su impulso dell’architetto compasso d’oro Riccardo Dalisi. Frequentando il corso pian piano Sadja da partecipante è diventato apprendista, ha iniziato ad eseguire i suoi primi lavori su commissione e ora partecipa alla progettazione ed è diventato tutor e formatore come esperto artigiano in diversi progetti scolastici ed extrascolastici con enti privati e del terzo settore. “Napoli è la mia casa, non penso più all’Africa”, dice gioioso e sorridente Sadja. “Il mio bisogno ora è portare a Napoli la mia famiglia, mia moglie e mio figlio”