Dal Mali a Brindisi

La storia di Drissa


Comunità Africana Brindisi

Mentre abitavo nel ghetto è arrivata la svolta: mi hanno assunto come lavapiatti in un ristorante e mi sono innamorato della cucina italiana. E così ho studiato per diventare chef, ho imparato l’italiano, ho imparato a cucinare. Hanno iniziato ad assumermi con contratti regolari e ora sono libero. Ma non ho dimenticato quanto ho subito nei ghetti e così ho deciso di impegnarmi contro lo sfruttamento dei migranti.

Drissa Doumbya

La storia di Drissa Drissa Doumbya è scappato dal Mali nel 2007. È scappato dal suo paese alla ricerca di un futuro in Europa. Per farlo ha dovuto affrontare un lungo viaggio che lo ha portato dapprima nel deserto tra Mali e Algeria, dove è stato catturato e derubato dei suoi averi da un gruppo jihadista, e poi in Libia, paese in cui è rimasto per diverso tempo fin quando ha racimolato i soldi necessari a pagare il viaggio in mare verso l’Italia. Appena arrivato nel nostro paese ha scontato le difficoltà tanto comuni ai migranti. Uscito dal circuito d’accoglienza, senza un soldo in tasca e nemmeno la possibilità di accedere a percorsi di formazione, Drissa è finito in strada, costretto a dormire alla stazione di Siracusa. Qualche tempo dopo, a Palermo, un amico lo convince a partire per la Puglia e partecipare alla raccolta dei pomodori. Ha così inizio la sua odissea nel settore agricolo: per anni lavora nelle campagne di raccolta di Foggia, Rosarno e Brindisi al soldo di caporali che lo costringono a vivere nelle baraccopoli della Capitanata e della piana di Gioia Tauro.

L’esperienza in agricoltura, fatta di sevizie fisiche e pesanti contraccolpi psicologici, si conclude con una nuova offerta di lavoro, arrivata mentre abitava ancora nei ghetti. Drissa viene assunto come lavapiatti in un ristorante, si innamora della cucina italiana e decide di studiare per diventare chef. Impara l’italiano e affina le sue abilità in cucina, iniziano così ad arrivare le prime esperienze di lavoro contrattualizzate che in poco tempo gli consentiranno di emanciparsi da una condizione di forte precarietà. Non è facile, tuttavia, dimenticare quanto subito, per questo decide di impegnarsi attivamente nella lotta contro lo sfruttamento dei migranti. Fonda a Brindisi, città d’adozione, una delle prime comunità africane di Puglia e poi l’Associazione Solidale Maliana. Attivo nel terzo settore, oggi Drissa è un punto di riferimento per le comunità migranti del brindisino ed ha collaborato con numerose realtà del terzo settore pugliese, impegnandosi a sostegno dei braccianti sfruttati in agricoltura, delle donne vittime di tratta e promuovendo campagne per il benessere psicologico dei migranti e per il superamento dell’emergenza abitativa.